martedì 10 marzo 2015

SCULTURA ELLENICA: AGHESANDRO, POLIDORO, ANTANADORO, "LAOCOONTE", SECONDA META' DEL I SEC. a.C. CITTA' DEL VATICANO, MUSEI VATICANI.

Laocoonte, sacerdote scelto a sorte per Nettuno
sacrificava un grosso toro presso gli altari soliti (secondo i riti annuali).
Ecco però dei serpenti in coppia dalle grosse spire, da Tenedo, attraverso
le tranquille acque profonde (Io inorridisco mentre lo racconto),
incombono sul mare e contemporaneamente si dirigono verso la spiaggia;
I loro petti ritti tra le onde e le creste
sanguigne sovrastano le onde, l’altra parte (del corpo)
sfiora il mare da dietro ed incurva gli immensi dorsi con una spira.
Si produce un suono sul mare spumeggiante; e già occupavano
le rive e con gli occhi ardenti iniettati di sangue e fuoco
lambivano le bocche sibilanti con le lingue vibranti.
Noi fuggiamo impalliditi nel volto (a quella visione). Essi si dirigono
contro Laocoonte con passo sicuro. E, in primo luogo, entrambi i serpenti,
avendo circondato i piccoli corpi dei due figli
si avvinghiano e divorano a morsi le povere membra;
Dopo, afferrano lo stesso Laocoonte che accorre in aiuto e che porta le armi
e lo avvolgono con le grandi spire; e già
avendolo circondato due volte alla vita, e dopo avere posto
intorno al collo i dorsi squamosi
lo sovrastano con la testa e con gli alti colli.
Egli, insieme (nello stesso tempo) cerca di sciogliere i nodi con le mani,
con le bende cosparse di sangue corrotto e di nero veleno (cosparso di sangue corrotto nelle bende)
nello stesso tempo innalza al cielo (alle stelle) orrende grida,
come dei muggiti, quando un toro fugge ferito dal’altare
e si scrolla di dosso dal collo la scure malcerta.
Ma i serpenti in coppia strisciando (con movimento strisciante) si rifugiano
presso l’alto tempio e si dirigono verso la rocca della crudele Minerva
e si rifugiano ai piedi della Dea e sotto lo scudo rotondo (sotto il cerchio dello scudo).

Virgilio, Eneide, libro 2, versi 201-227




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